Chi nun tene coraggio nun se cocca ch'e femmene belle, è un inno alla vita, all’amore e alla speranza e segna il ritorno di Massimo Ranieri tra i sipari napoletani, con uno show musicale scritto insieme a Gualtiero Peirce. Prima di varcare i teatri, lo spettacolo è stato presentato al Ravello Festival. Il tema portante è il coraggio, da qui il detto napoletano Chi nun tene curaggio… nun se cocca ch’ e femmene belle che ne fa da titolo e diventa metafora di vita.
Ranieri arriverà al teatro Diana dall’1 al 14 febbraio 2011. Lo spettacolo ruota attorno a due categorie di persone in particolare: gli ultimi e i sognatori. Il tutto è accompagnato dalle musiche di Pino Daniele (la sempre verde “I’ so’ pazz’”, che coinvolge tutto il pubblico, o “Terra mia” con cui si tocca il tema dell’umanità e fratellanza tra gli uomini) e Raffaele Viviani (il cui brano ha per protagonista un “saponaro”, antico mestiere napoletano, figura oggi scomparsa, ma che rivive,ora, con la musica). Ma Ranieri riesce ad andare oltre il repertorio napoletano, e si cimenta pure in brani di cantautori italiani e non solo come De Andrè (di cui interpreta magistralmente “Don Rafè”), Guccini, Aznavour.
Di grande intensità è l’interpretazione del monologo di De Filippo “Questi Fantasmi”, in cui il protagonista si spoglia di tutte le sue certezze ed esprime la propria idea di coraggio. E ancora, Ranieri non smette di stupire, quando si rivolge direttamente al pubblico e lo sbalordisce con un metaforico duello di scherma, in cui si scaglia contro i falsi e i furbi.
Il pezzo sicuramente più coinvolgente, è però quello dedicato agli amanti “vinti” ovvero quelli che non hanno il coraggio di dichiararsi: canta Ti parlerò coi versi, dando voce e anima, allo struggente amore di Cyrano. Nel finale, attraverso musica e parole, Ranieri ci porta nel suo viaggio tra le parole che dovrebbero scomparire, parole come "Respingimento", in chiaro riferimento al respingimento degli immigrati, come fa notare dal tono in cui pronuncia questa parola, priva di umanità. E per finire non può che interpretare due canzoni emblematiche: “Era de Maggio”, tratta da una poesia del 1885 di Salvatore Di Giacomo, e la sua “Perdere l’Amore”.
calendario date:
27/05/11 ore 21.00
28/05/11 ore 21.00
29/05/11 ore 18.00
testo tab info
poltrona € 55.00+5.40
galleria € 36.00+4.40